Hanacpachap Kussikuynin
Uarancacta muchascaiki
Yupay ruru pucoc mallki
Runakunap suyakuynin
Kallpanacpai kemikuynin
Huacyascaita
Uyarihuai muchascaita
Diospa ranpan Diospa maman
Yurac tocto hamancaiman
Yupascalla collpascaita
Huaranquiman suyuscaita
Ricuchillay
Chipchiykachaq qatachillay
P'unchaw pusaq qiyantupa
Qam waqyaqpaq, mana upa
Qizaykikta "hamuy" ñillay
Phiñasqayta qispichillay
Susurwana.
Ñuqahina pim wanana
Mit'anmanta zananmanta
Teqse machup churinmanta
Llapa yalliq millaymana
Much'apuway yasuywana
Wawaykikta.
Wiqikta rikuy p'inkicta
Zukay zukay waqachkaqman
Sunqu qhiwi putichkaqman
Kutirichiy ñawiykicta
Ricuchiway uyaykicta
Diospa maman |
Gloria del cielo
Ti adoro esaltando
Il frutto che matura nell'albero
Dell'umanità che aspetta
Colui che dà forza.
Asseconda la mia preghiera.
Ascoltami, e accogli il mio adorarti
guida di Dio, Madre di Dio
candida colomba, bianco iris
a tuo figlio
la mia speranza rendi palese.
cosicché i miei sogni si avverino.
Via della luce, aurora e alba
in Te chi è afflitto trova ascolto,
una Tua parola
e chi è disprezzato
è liberato dall'ira.
Susurwana.
Per chi come me
da sempre è penitente
fin dalla discendenza
degli antenati
fin dal figlio
del primo tra noi
tutti vittoriosi,
pur tra le brutture
adora Tu per noi
il Tuo figlio.
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È la più antica composizione polifonica rinvenuta negli
archivi musicali nel Nuovo Mondo, tratta dal "Rituale, formulario
e istituzione dei frati per amministrare i naturali con avvertimenti
molto necessari", del francescano Juan Pérez Bocanegra.
Hanacpachap è il primo esempio a noi giunto di polifonia coloniale.
Inno mariano di oltre cento versi, è un canto processionale
L'opera fu composta per quattro voci, per essere cantata dai cantori
mentre entravano in Chiesa, in stile polifonico rinascimentale. Alberi,
frutti, astri e stelle sono leggibili secondo due tracciati paralleli:
da un lato simboli della Vergine stella maris e del frutto
salvifico che porta, dall'altro elementi coerenti con l'antico culto
della Pachamama, la Madre Terra. Una duplicità che
ritroviamo nella giustapposizione tra la forma musicale classicamente
europea e la lingua Queuchua in cui è composto il
testo. Hanacpachap costituisce un esempio dell'incontro e della fusione
di due culture, da cui trae origine il mestizaje musicale americano.
L'autore dell'inno è anonimo, la musica potrebbe
essere attribuita ad un indigeno istruito, giacché alcune risoluzioni
ed entrate dissonanti e alcuni aspetti ritmici e formali non erano abituali
in Europa in quell'epoca. |
Prima pagina dell'edizione oridinale di Hanacpachap cussicuinin
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Nel Perù degli Incas
il vero creatore e sostentatore dell'universo era il PACHA-CÀMAC
(da PACHA, "universo", e CAMA, "animare" e "anima").
Gli Incas dividevano l'universo in tre mondi:
HANAN PACHA, il cielo, il mondo alto
HURIN PACHA, questo mondo della generazione e corruzione o mondo basso
UCU PACHA, il centro della terra, il mondo di laggiù, o ZUPAIPA
HUACIN, che significa la Casa del Diavolo.
Come si vede c'è una sorprendente analogia con i tre mondi della
religione cristiana: il cielo dove sta Dio, il creatore e sostentatore
dell'universo, il premio per una vita in santità dopo la morte;
la terra o il mondo dei vivi dove si patiscono le pene (ma anche il
purgatorio, luogo ove si scontano i peccati lievi) e infine l’inferno,
il mondo dei morti eterni, la casa del diavolo.
Tra gli Incas, ci riferisce Garcilaso de la Vega: - "l'animatore
dell'universo veniva adorato interiormente quale divinità astratta.
Il Dio predicato dagli spagnoli e il Pachacámac erano tutt'uno
anche perché nella lingua del Perù non vi era un altro nome
per designare Dio", mentre i popoli pre-incaici adoravano innumerevoli
divinità tra cui il Sole, il Pachacámac, la Luna e Viracocha. |