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Juanito Laguna remonta un barrilete

Testo - Hamlet Lima Quintana
Musica: René Cosentino

Elaborazione corale: Antonio Neglia

Argentina


Si Juanito Laguna llega a la nube
es el viento que viene, lo ama y lo sube,
es el nombre Juanito en la cañada
es el nombre Laguna, casi no es nada.

Corazones de trapo sueñan la cola.
Palomita torcaza su cara sola,
si Juanito Laguna sube y se queda
es, tal vez, porque puede, puede que pueda.

¡Ay! Juanito Laguna
Volará el barrilete con tu fortuna.

Con el viento la caña silba una huella
y la huella se pierde, Juanito en ella.
Si Juanito Laguna le presta un sueño
es el canto que sube hasta su dueño.

Es un ojo en el aire, es carta y sobre:
Barrilete Laguna, Juanito Pobre.
Si Juanito Laguna sueña conmigo
volveré en barrilete para mi amigo.

¡Ay! Juanito Laguna
Volará el barrilete con tu fortuna


Se Juanito Laguna arriva alla nuvola
il vento è lui che viene, lo ama e lo innalza
è il nome Juanito dentro al canneto
è il nome Juanito, che è quasi niente.

Cuori di stracci sognan la colla,
colombella araucana, solo il suo viso.
Se Juanito Laguna si libra immobile
è forse perché può, sí che può farlo.

Ah, Juanito Laguna,
voleran l'aquilone e la tua fortuna.

Con il vento la canna fischia una huella
e la huella si perde con Juanito dentro.
Se Juanito Laguna le impresta un sogno
il canto è lui che sale dal suo padrone.

E' uno sguardo nel vento, lettera e busta:
Aquilone Laguna, Juanito povero.
Se Juanito Laguna mi sogna insieme
io sarò un aquilone per il mio amico.

Ah, Juanito Laguna,
voleran l'aquilone e la tua fortuna.

 

Traduzione di Riccardo Venturi
30 novembre 2011
Le solite due parole del “traduttore”.
Se questo testo non ha le difficoltà di Palimpsesto, appartiene pur sempre alla sensibilità di un poeta e il traduttore ne deve tenere serio conto. Inoltre, il testo è letteralmente infarcito di argentinismi (o latinoamericanismi), a partire dal barrilete che, in Argentina, è sí l'aquilone, ma quello fatto di stracci. Confrontando tale testo con quello di Luchín, si vede bene come gli stracci siano sempre presenti, compagni inseparabili dei bambini poverissimi. Stracci addosso, stracci come giochi; bellissima l'immagine degli stracci che “sognan la colla” per essere tenuti un po' assieme. La palomita torcaza (o semplicemente torcaza) può corrispondere a due piccioniformi diffusi in Sudamerica: la Columba araucana e la Columbina picui; io ho scelto la prima perché ci stava un po' meglio nel verso. La huella è invece una danza popolare argentina nata attorno al 1820. Infine, il testo originale dice Es un ojo en el aire; al posto dell'aria ci ho messo il vento. C'era di già, e poi a una certa altezza l'aria è vento per forza. [RV]

 

“Agli inizi degli anni '50, Antonio Berni, pittore argentino, (Rosario, 14 maggio 1905 – Buenos Aires, 13 ottobre 1981) percorse diversi paesi di Santiago del Estero, una provincia argentina; là conobbe i bambini poveri. Ne dipinse parecchi, e a tutti diede un nome individuale; però mai fino ad ora aveva chiamato tutta una serie di quadri con un solo nome, Juanito.
Con Juanito Berni volle creare un archetipo che rappresentasse tutti i bambini che aveva conosciuto. Non si è mai saputo con certezza perché scelse quel nome, che appare nella pittura di Berni negli anni '60 e in parte di quella degli anni '70. Berni diceva che era nato alla fine del 1958 ma fu presentato alla galleria Witcomb tra il 6 e il 18 novembre 1961.

Juanito Laguna
Juanito vive in una baraccopoli, quella del Bajo Flores.
Berni conosce la baraccopoli, la osserva, la fotografa; analizza gli spazi e la loro gente. Juanito potrebbe essere il figlio di uno di quegli immigrati o dei “Manifestanti” presenti nella sua tela a olio, oppure di un “Disoccupato” o di qualche chacarero. Potrebbe essere anche il nipote di qualche immigrato, di qualche abitante di un inquilinato o di un immigrato che si era stabilito nelle casupole che sorsero attorno al Puerto Nuevo...”
Associazione Culturale Coro Hispano-Americano di Milano