I Mapuche |
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"I Mapuche fin dall'inizio del golpe cileno dell'11 settembre 1973 furono vittime della repressione. Con il governo Allende molti Mapuche avevano approfittato della riforma agraria, che fino al 1972 restituì loro circa 700.000 ettari di terre. Altri Mapuche prima del colpo di stato avevano partecipato all'occupazione di circa 75.000 ettari di terreni appartenenti a latifondisti. Nel settembre 1972 il governo Allende emanò una legge (Ley No. 17.729) che garantiva ai Mapuche nella costituzione diritti fondamentali: la restituzione dei diritti sulla proprietà della terra perduta, l'allargamento dei diritti territoriali, il sostegno ad interessi sociali e culturali, il miglioramento del sistema sanitario e l'insegnamento nella lingua madre Mapudungun. La legge le assegnava però un ruolo inferiore che a quello dello spagnolo. Ciò nonostante la politica del governo Allende verso gli indigeni per quei tempi fu molto avanzata. La persecuzione dei Mapuche fu particolarmente crudele negli anni dopo il colpo di stato. I testimoni di quel tempo raccontano di migliaia di vittime fatte dalla dittatura militare. Si parla di decine di cadaveri che nelle vicinanze della città Pitrufquen erano stati visti galleggiare sul fiume. Si parla di camion dell'esercito che tornavano dalla zona di Puraquina carichi di cadaveri. ( ) Tutte le istituzioni e organizzazioni che ai Mapuche rendevano possibile la partecipazione alle decisioni sul proprio destino vennero abolite dal regime militare. L'organizzazione nazionale dei Mapuche (Confederación Nacional de Mapuche) venne proibita immediatamente dopo il golpe, i loro dirigenti vennero arrestati, torturati o costretti all'esilio. Tutti i membri delle organizzazioni regionali dei Mapuche vennero arrestati e molti di loro torturati. Nei mesi successivi al golpe l'80% dei detenuti nella prigione di Temuco, il maggior centro cittadino della regione dei Mapuche, appartenevano alla popolazione indigena".
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Immagine tratta da: La nacion Mapuche http://www.bariloche.com.ar/museo/MAPU.HTM |
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