Una montaña pasando,
por cerca de un hinojar,
serrana vimos cantando
y dezía este cantar:
¡Ay triste de mi ventura!,
quel vaquero, me huye.
porque le quiero.
Triste yo no le veré
questa la montaña fuerte,
lo que siento desta muerte
que sin velle moriré,
¿Donde iré o que haré?
quel vaquero,
me huye porque le quiero.
Ovimos della dolor,
consuelo no se le dimos,
en su pena conocimos
venir penada de amor;
y pasando,
vimos otra lamentando
con otro mayor dolor, y dezía
- ¡Madre mía, muriera yo,
y no me casara, no!
Vida tan desventurada
yo nunca la vi,
para ser tan desdeñada
¿Para que naçí?
Desdichada de mi y sin favor,
que consuelo de dolores
es mi dolor.
¡Madre mía, muriera yo,
y no me casara, no!
Mirad lo que amor ordena,
que nos llamó y nos rogó,
que cantásemos su pena
y la nuestra se cantó.
"Quomodo cantabimus canticum novum" |
Passando per una montagna
vicino a una finocchiaia,
una serrana* vedemmo cantando
e intonava questo canto:
Ahi, che triste son per la mia sorte!
quel vaccaro mi fugge,
perché lo amo
Triste non lo vedrò
in questa possente montagna
mi dispiace di questa morte
che senza vederlo morirò
Dove andrò o cosa faro?
quel vaccaro,
mi sfugge, perché lo amo.
Avemmo del dolore,
consolazione non le demmo
della sua pena connoscemmo
i dolori dell’amore;
e passando,
vedemmo un'altra lamentandosi
con un dolore ancor più grande, e
diceva:
Madre mia, ch’io possa morire,
e non mi sposassi, no!
Vita tanto sventurata
mai la vidi,
per essere così sfortunata
Per cosa nacqui?
Sventurata sono e senza piacere
che consolazione di dolori
è il mio dolore
Madre mia, ch’io possa morire,
e non mi sposassi, no!
Guardate cosa l'amore detta,
che ci chiamò e ci pregò,
che cantassimo la sua pena
e la nostra si cantò.
In terra Aliena |
“Come potrò cantare canzoni nuove in terra estranea”
N. del T.: le “serranas” erano delle donne che per sfuggire alla società, perché rifiutate dai mariti/padri o per vivere nella montagna curando il gregge, loro unico mezzo di sostentamento.
Vivono sole e a volte chiedono un pedaggio (sia sessuale come economico) per passare per le loro terre. Nel XVI autori come l’Arcipreste de Hita e il Marqués de Santillana, fino al XVII con Lope de Vega e Luís de Gongora, compongono delle “serranillas” genere letterario di arte minore, incentrato sulla loro figura, composto da 6 strofe di esasillabi con rima consonante.
Dice Sebastián de Covarrubias nella sua opera “Tesoro de la lengua castellana o española”, Madrid, 1611: “È per il fatto che nelle insalate si mettono molte erbe diverse, carni salate, pesci, olive, conserve, confetture, tuorli d'uova, fiore di borragine, confetti e di molta diversità di cose si fa un piatto, chiamarono ensaladas un género di canzoni che hanno diverse metriche, e sono come antologie di diversi autori. Sono composte dai Maestri di Cappella, per celebrare le festività del Natale; e ne abbiamo molte da Autori antichi di molto buone, come il mulino, la bomba, il fuoco, la giusta”.
In questa definizione Sebastián de Covarrubias, autore del monumentale dizionario dell'inizio del XVII secolo, ci dà la chiave delle Ensaladas: miscela di canzoni, alcune di esse popolari e conosciute, allacciate ad altri testi musicali che fungono da unione , varietà di idiomi diversi e con metrica diversa, anche ritmi diversi, e, nella composizione, utilizzo di diverse procedure: a “tutti”, a solo, a duo, in contrappunto per le parti più narrative, maggiormente omofono per le canzoni intercalate nella narrazione.
Le Ensaladas finiscono con una massima in latino, che scritta nello stile di un corto mottetto, illustra quella che potremmo chiamare la morale della storia.
“Una montaña pasando” (CMP154) è probabilmente la Ensalda più antica che è sopravvissuta.
È composta a 4 voci ed incorpora la canzone “Ay triste de mi ventura”, il cantare “Madre mía, muriera yo”, e un frammento del Salmo 136 “Super fulmina Babylonis”. L'amore ed il disamore sono stati fonte d'ispirazione inesauribile nella lirica tradizionale ispanica, come vediamo in questa ensalada, dove due ragazze soffrono, ma per ragioni opposte: una perché ama e non è corrisposta; l'altra perché non ama e la vogliono sposare (la giovane manifesta a sua madre il desiderio di nubilato se il matrimonio implica infelicità, mettendo come alternativa la morte, tema frequente nella lirica tradizionale).
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