Tre matrici culturali si trovarono nei secoli a condividere i territori latinoamericani: quella delle popolazioni autoctone precolombiane, quella europea, quella africana .
Gli uomini di chiesa, inviati in America con lo scopo di evangelizzare le società aborigene portarono nelle missioni la musica europea che gli indigeni appresero e reiterpretarono, nel linguaggio musicale e nei ritmi dando luogo ad una peculiare forma di sincretismo culturale. Nel corso del tardo periodo coloniale, questo fenomeno fu arricchito dalla cultura degli schiavi trasportati a forza dall'Africa nelle isole Caraibiche, dove vivevano le popolazioni Taino, e nell’America del Sud.
Il processo di contaminazione, riguardò anche gli strumenti. Il charango, lo strumento a corde più diffuso in tutta la regione dell'altopiano, ne è significativa immagine: imita strumenti portati dagli spagnoli (bandurria, mandolino), a cui si aggiungono elementi indigeni sia nella costruzione che nell’accordatura, suonando in scala pentafonica (mi-sol-la-do-mi), base della musica nella regione andina. |