Proposte musicali | ||||||||||||
Cantata argentina | ||||||||||||
Il concerto, accompagnato dagli strumenti tradizionali dell'area andina e americana, fa riferimento al vasto evariegato repertorio corale argentino, in particolare la Misa Criolla e brani dalla Navidad Nuestra, alle quali si affiancano brani tratte dal repertorio folklorico e dalle musiche di autori del calibro del payador Atahualpa Yupanqui, di Cesar Isella, di Carlos Guastavino. Il racconto della Cantata coinvolge autori di paesi vicini che narrano di questioni sociali e politiche molto simili a quelle vissute dal popolo argentino. Autori come l'uruguaiano Daniel Viglietti, il brasiliano Heitor Villa Lobos, il cubano Silvio Rodriguez ed il cileno Victor Jara, che ha pagato con la vita la sua testimonianza. Tutti autori contemporanei ai quali si è scelto di accompagnare due "gioielli" che vengono da lontano: una Cachua peruviana del XVII secolo, tratta dal Codex Martinez Companon e l'Ave Maria di Thomas Luis da Victoria. Il concerto intreccia, così, differenti linguaggi sonori: dalle suggestive atmosfere legate ai paesaggi della pampa argentina, guidati dal suono della chacarera, ai ritmi incalzanti di spiccata origine andina, fino a toccare sonorità più moderne, rappresentate da quel fenomeno musicale che caratterizzò gli anni 60/70 del Novecento, conil movimento della canzone impegnata: Cancion protesta, Nueva cancion e Nueva Trova. |
||||||||||||
I brani del concerto: |
||||||||||||
In Argentina non vi fu un colpo di Stato, non vi fu un attacco armato al potere costituito, non vi fu una frattura violenta. In Argentina vi fu un sordo ed inesorabile processo di annientamento di una intera generazione, che guardava al futuro con gli occhi della speranza. Argentina, Ecuador, Uruguay e Cile sono stati scenari di feroci dittature, ma anche luoghi in cui sono nati e vissuti poeti e musicisti che dall’estraniamento dell’esilio, dalla speranza e dall’amore per la loro terra e le loro radici hanno tratto l’ispirazione per farne dono inestimabile ai popoli di tutto il mondo. Questo concerto non vuole essere commemorazione contemplativa, ma canto di futuro e di speranza; mezzo per dare voce e memoria all’interno di un’azione corale, che riconosce nella musica e nella poesia culture ed energia di popoli, tuttora impegnati a rimarginare ferite in un presente difficile ma ricco di risposte. |
||||||||||||
|